Ieri 10 ottobre si è celebrata la giornata Mondiale della Salute Mentale, un'area terapeutica alla quale rimane difficile accedere ai servizi, sebbene negli ultimi anni abbia acquisito una sempre maggiore importanza nell’agenda sanitaria europea.
E’ l’Ufficio Regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità a segnalare questa criticità, evidenziando come dal 2017 al 2020, il numero degli operatori è sceso da 50 ogni 100.000 abitanti a circa 45. Ciò comporta che i tempi di attesa per un cittadino su 7 dell’Unione (il rapporto degli affetti dalle patologie di questa area terapeutica sul totale dei cittadini dello spazio europeo) diventano più lunghi.
Le crisi che si sono susseguite negli ultimi tre anni – il COVID-19, la guerra in Ucraina, l’aumento del costo della vita, molteplici disastri naturali ed eventi meteorologici estremi – hanno mostrato l’insufficienza delle azioni intraprese per la protezione della salute mentale.
Partendo da questo presupposto l’Ufficio Regionale per l’Europa dell’OMS esorta i 53 Stati membri ad investire e progettare migliori sistemi di salute:
- ripensando l’aspetto dei sistemi di salute mentale;
- ascoltando coloro che operano in questi sistemi, in particolare gli operatori sanitari e le persone con esperienza vissuta, nel modellare l’attuazione delle politiche di salute mentale;
- investendo meglio i budget per la salute mentale, attraverso una varietà di tipi di supporto per la salute mentale.
I sistemi di salute mentale comprendono sia l’assistenza sanitaria che il supporto basato sulla comunità. L’OMS sostiene da tempo una transizione verso un’assistenza sanitaria mentale basata sulla comunità, ma è importante riconoscere che ciò che consideriamo una “comunità” è cambiato. La rapida urbanizzazione in molti paesi ha offuscato o cancellato gli spazi comunitari tradizionali. Per molte persone, gli spazi pubblici sono sempre più digitali, disconnessi dagli spazi fisici ma interconnessi da interessi o conoscenze condivise.
Inoltre, l’OMS segnala che, sebbene le tecnologie digitali siano molto promettenti per aumentare l’accesso al supporto per la salute mentale, queste strumenti innovativi offrono anche nuove sfide, incidendo direttamente sulla nostra salute mentale (come l’aumento dei comportamenti di dipendenza) e introducendo anche nuove potenziali lacune nell’accesso (il cosiddetto divario digitale).
Secondo l’Oms è incoraggiante che i paesi stiano investendo nei sistemi di salute mentale più che in passato. Tuttavia, nella maggior parte degli Stati membri della regione europea, la quota media del budget sanitario totale assegnato alla salute mentale è ancora solo del 3,6% circa.
Inoltre, l’Oms segnala che le ragazze adolescenti hanno una salute mentale e un benessere generalmente peggiori rispetto ai ragazzi, secondo un nuovo rapporto dell’Ufficio regionale per l’Europa. Inoltre, questi divari peggiorano con l’età, con le ragazze di 15 anni che mostrano i risultati peggiori. L’indagine “Focus sulla salute mentale e il benessere degli adolescenti in Europa e Asia centrale”, si basa sui dati dello studio Health Behavior in School-aged Children (HBSC) 2021/2022, che monitora i comportamenti sanitari e gli ambienti sociali dei quasi 280 mila ragazzi e ragazze di 11, 13 e 15 anni provenienti da 44 paesi dell’Europa e dell’Asia centrale.
Infine, l’indagine ha rilevato che un terzo degli adolescenti ha sperimentato di sentirsi nervoso o irritabile più di una volta alla settimana negli ultimi sei mesi. Uno su quattro ha riferito di avere difficoltà a dormire (29%) e/o di sentirsi giù (25%). Uno su cinque (20%) ha riferito frequenti mal di testa più di una volta alla settimana. Il rapporto ribadisce anche risultati di lunga data secondo cui lo stato socioeconomico è un indicatore di salute mentale, con una salute generale peggiore tra gli adolescenti provenienti da famiglie meno abbienti.
La Redazione
Source: Quotidianosanità.it