Il contributo fondamentale delle donne alla sostenibilità della sanità italiana

In occasione dell’8 marzo, per celebrare la Giornata internazionale della donna il Ministero della Salute ha pubblicato un comunicato di ringraziamento rivolto a tutte le donne impegnate nel Servizio sanitario nazionale a tutela della salute dei cittadini.

In Italia, secondo i dati dell’Annuario statistico del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) pubblicato dal Ministero, le donne che operano stabilmente nelle strutture del SSN, al 31 dicembre 2022, rappresentano il 70% degli oltre 625.000 professionisti. Negli ultimi dieci anni la presenza femminile nelle strutture del SSN è cresciuta di quasi 5 punti percentuali, anche in un quadro caratterizzato da una notevole contrazione del personale dipendente totale del SSN.

Il fenomeno è ancora più evidente fra il personale medico, in cui la quota di donne ha visto un incremento di oltre 12 punti percentuali. Infatti, a fine 2022 le donne medico operanti presso il SSN sono oltre 53.000, pari ad oltre il 52% del totale dei medici. Ma non solo: le donne assunte sono state circa 46.000 unità pari al 68,1% del totale degli assunti. Tra i medici il 58,3% degli assunti sono donne, nel personale infermieristico tale percentuale è pari al 76,2%.

Inoltre, le donne risultano essere generalmente più giovani dei propri colleghi uomini, in particolare  nell’ambito della dirigenza medica. Si sottolinea anche che la presenza femminile è maggiormente concentrata nell’area funzionale dei servizi e dell’area funzionale di medicina.

Tuttavia, c’è ancora molto da fare per raggiungere una piena parità di genere. Infatti, a fronte di una sempre maggior presenza di personale medico di genere femminile, la percentuale di donne medico titolare di un incarico di direttore di struttura rimane inferiore a quella degli uomini ed invariata nel tempo; solo l’8,3% delle donne medico hanno un incarico di struttura nel 2022, mentre per gli uomini il valore sale al 20,6%; in altri termini l’80% degli incarichi è ricoperto da uomini e solo il restante 20% da donne.

 

La Redazione

Source: Ministero della Salute