L’evoluzione della distribuzione farmaceutica nei dati IQVIA: concentrazione e integrazione

I dati mostrati da Iqvia durante il meeting “Future forward: connected intelligence”, organizzato a Milano a fine maggio per fare il punto su mercato e consumi, confermano che nel corso degli ultimi due decenni il numero dei grossisti in attività nel nostro Paese si è ridotto a quasi un terzo, dai 148 del 2022 ai 71 del 2022 e ai 44 del 2023. In forte calo anche il numero dei magazzini, passati dai 265 del 2002 ai 193 del 2022, ossia un terzo circa in meno.

A questo processo di concentrazione societaria è corrisposta anche una concentrazione di mercato. Infatti, nel 2008 i primi dieci grossisti per fatturato realizzavano complessivamente una market share pari al 57%, mentre oggi questa stessa quota la fanno i primi cinque, mentre le prime dieci aziende totalizzano l’82%.

In più ci sono le integrazioni verticali, ossia lo sviluppo di catene di proprietà o network di farmacie indipendenti che in vari modi fanno capo al distributore. Secondo i dati Iqvia, ad oggi dei 10 grossisti che fanno l’82% del mercato ben nove hanno almeno una rete e quattro dispongono anche di un e-commerce.

Allargando l’orizzonte di riferimento, concentrazione ed integrazione verticale sono fenomeni che non riguardano solo l’Italia. Anche in Francia sette grossisti fanno quasi il 97% del mercato, e da diversi anni che il numero dei magazzini continua a contrarsi. Questi ultimi erano 195 nel 2018, sono scesi a 176 nel 2022 e si stanno riducendo ancora. 

Stesso trend anche in Germania: nel 2020 i grossisti tedeschi disponevano complessivamente di 113 magazzini, in due anni si sono ridotti a 104 e il totale potrebbe calare ancora. Le chiusure vanno imputate per la maggior parte al gruppo Gehe/Alliance, ma neanche gli altri distributori se la passano bene tanto che l’anno passato diversi hanno dovuto rinegoziare i termini del servizio con le farmacie (a partire dal numero delle consegne).

 

La Redazione

Source: Pharmacyscanner