GIMBE presenta il suo rapporto sulla logistica distributiva dei farmaci

Fondazione GIMBE ha pubblicato un report che analizza le caratteristiche della logistica distributiva dei farmaci. Si tratta di un tassello importante della filiera del farmaco che non riscuote molta attenzione da parte del grande pubblico ma che rappresenta un aspetto decisivo per l’accesso ai farmaci.

Infatti, la filiera healthcare include produttori, depositari, fornitori di servizi logistici, distributori intermedi (grossisti) e clienti (domicili, farmacie e ospedali) collegati da trasportatori specializzati che distribuiscono i prodotti su tutto il territorio nazionale attraverso una rete capillare. 

I grossisti possono avere un ruolo cruciale contribuendo a una riduzione del numero di colli in entrata da parte dei produttori senza inficiare il livello di servizio al paziente: nel 2021, a fronte di circa 750 mila spedizioni in entrata, i distributori intermedi hanno gestito circa 21 milioni di spedizioni verso gli oltre 25 mila punti di vendita presenti in Italia tra farmacie e parafarmacie.

Dai dati di questo report risulta che nel 2022 in Italia il costo totale della logistica dei farmaci è stato pari a 9,5 miliardi di euro, equivalenti a 160,9 euro pro capite e in aumento del 9,3% rispetto al 2021. Proprio focalizzando l’attenzione sul spesa pro capite, emerge che il valore maggiore si osserva nelle Regioni del Sud (177,9 euro) rispetto a quelle del Centro (162,7 euro) e del Nord (148,2 euro).

Inoltre, le principali difformità nella distribuzione dei medicinali si rilevano nell'ambito ospedale-territorio, con modalità di erogazione dei farmaci che variano a livello regionale (distribuzione diretta dalle strutture sanitarie o tramite le farmacie convenzionate) determinando disuguaglianze di accesso per i pazienti.

Per quanto riguarda la spesa relativa alla distribuzione diretta (con valore pro-capite di 121,1 euro, per un totale a livello nazionale di circa 7,1 miliardi) la Sardegna registra il maggior valore di spesa pro capite (160,7) e la Provincia autonoma di Trento il più basso (52,3 euro). Per quanto riguarda la distribuzione per conto tramite le farmacie convenzionate (valore pro-capite di 39,8 euro, per un totale a livello nazionale di circa 2,4 miliardi), invece, è il Molise a registrare la maggiore spesa pro-capite (63,9), mentre, non tenendo conto di Sardegna e Valle d'Aosta che riportano dei dati non coerenti con la serie storica regionale, l'Emilia Romagna segna il valore la più basso (26,5).

In cinque Regioni la distribuzione diretta registra percentuali superiori all'80%: Sardegna (98,9%), Valle d'Aosta (89,8%), Emilia Romagna (84,7%), Abruzzo (83,8%) e Provincia autonoma di Bolzano (80,6%). Di contro, i valori più bassi si rilevano nella Provincia autonoma di Trento (62,1%) e nel Lazio (62,8%). 

Infine, il costo medio del servizio di distribuzione dei medicinali erogati in distribuzione per conto tramite le farmacie convenzionate nel 2022 è stato pari a 7,05 a confezione, pari al 17,1% del prezzo d'acquisto da parte del Servizio sanitario nazionale. Tuttavia, analizzando la variabilità regionale, il costo più elevato è stato registrato in Basilicata (11,73 euro), nel Lazio (10,48) e in Lombardia (9,35), mentre i valori più bassi si rilevano in Emilia Romagna (4,17), Liguria (4,94) e Sicilia (5,68 euro).

 

La Redazione

Source: PharmaKronos