Confindustria DM-Fifo: collaborazione contro payback e per nuova governance del settore DM

Si avvicina sempre più la scadenza della proroga per il termine relativo al versamento degli importi dovuti a titolo di payback dalle imprese fornitrici di dispositivi medici al SSN. Infatti, il cosiddetto Decreto Caldo, approvato lo scorso mese di luglio, aveva fissato come nuova data limite il 30 ottobre 2023.

Durante questo periodo di tempo, Confindustria dispositivi medici e la Federazione italiana fornitori in sanità (Fifo), non hanno mancato di rendere palese la propria contrarietà all’entrata in vigore del sistema del payback anche per i medical device. Proprio per raggiungere questo loro obiettivo comune, le due organizzazioni hanno deciso di unire le loro forze nella lotta alla tassa sui dispositivi medici, e sono pronte a presentare una serie di proposte alternative per la governance del settore.

“Ribadiamo da tempo quanto il payback sia dannoso per le imprese e per il Servizio sanitario nazionale. Attivare un dialogo costruttivo con Fifo, è un’occasione importante per trovare soluzioni per tutta la filiera dei dispositivi medici e di conseguenza per il bene comune e per la tenuta del Ssn”. -  Massimiliano Boggetti, presidente di Confindustria dispositivi medici.

L’ufficializzazione di questi intenti comuni è avvenuta in occasione del settimo Forum Mediterraneo in sanità di Bari. Durante i lavori della conferenza le due organizzazioni hanno dichiarato che lavoreranno insieme per la cancellazione del payback e per la realizzazione di proposte alternative per il governo del settore dei dispositivi medici. Le finalità di questo ripensamento dovranno essere la capacità di cogliere le esigenze di sostenibilità e garantire lo sviluppo del comparto a vantaggio dell’innovazione e della qualità della salute dei pazienti.

“Siamo molto soddisfatti per aver rafforzato un dialogo volto alla risoluzione di questa criticità che incombe sulle imprese fornitrici di dispositivi medici. Il payback resta una spada di Damocle sia da un punto di vista economico che da un punto di vista sanitario. Continueremo a confrontarci con Confindustria per proporre strategie alternative che permettano al Governo di superare questa norma” - Giorgio Sandrolini, delegato di Fifo sanità confcommercio e come Presidente Asfo Emilia-Romagna

Confindustria DM e Fifo sottolineano che il payback mette a rischio l’intera filiera dei dispositivi medici, che conta oltre 4.449 imprese e occupa oltre 118mila addetti. Questo perché, secondo la posizione da loro sostenuta, nessuna azienda può sopportare tali richieste per l’entità, le tempistiche e la retroattività. Inoltre, per il quadriennio 2019-2022 il rischio di errori nella quantificazione si aggraverebbe con gli acquisti Covid da scorporare.

“Oggi è emersa chiara da parte di tutti gli attori di sistema, la volontà di unire le forze, di collaborare, di ascoltarsi. Con il supporto di tutte le competenze e delle forze economiche e lavorative, al di là degli interessi delle singole categorie, è stata tracciata la strada della responsabilità comune e della ragione, che potrebbe farci raggiungere obiettivi strategici e di sistema, con il contributo di tutti e dove ognuno è chiamato a fare la propria parte, per la costruzione di un Tavolo comune. Con la consapevolezza che siamo tutti parte di un’unica filiera”. - Grazia Guida, presidente Aforp.

 

Dino Biselli

Source: Aboutpharma