Ancora proteste contro l’introduzione del payback per i DM: la posizione di Fifo

Martedì scorso a Roma si è svolta una manifestazione di protesta contro l’applicazione del payback sui dispositivi medici, con alcune sue dichiarazioni rilasciate all’agenzia Adnkronos Massimo Riem, presidente di Fifo, Federazione italiana fornitori ospedalieri di Confcommercio ha voluto spiegare i motivi della sua presenza in piazza in rappresentanza dell’organizzazione da lui rappresentata.

Reim ha dichiarato che il payback è inapplicabile e insostenibile per il settore della distribuzione dei dispositivi medici, in quanto esso si compone soprattutto di piccole e medie imprese. E’ da tener presente che queste ultime sono il 94% di tutte le aziende che supportano gli ospedali italiani. Con il payback esse si troverebbero a non poter sostenere la propria attività, a interrompere le forniture e a fallire.

In questo settore, come numero di aziende e non come valore di fatturato, le multinazionali rappresentano il 6 o 7% ma le restanti aziende che assolvono a tutto il servizio sul territorio sono Pmi. 

Riem ha anche sottolineato che se si considera l’indotto sono a rischio di perdita di occupazione fino a 112mila addetti fra operai, consulenti e collaboratori. Questo perché con l'applicazione della normativa, prevista a fine giugno, è richiesta alle aziende una quantità di denaro a fronte degli importi delle Regioni di 4 anni. In alcuni casi la cifra richiesta supera addirittura il livello del fatturato di un anno: una pretesa che non è sostenibile.

 

Dino Biselli

Source: PharmaKronos