Le imprese di dispositivi medici ferme nel chiedere l’abolizione del payback

Dopo le forti resistenze all’attuazione della norma sul pagamento del payback da parte delle aziende produttrici di dispositivi medici, che si sono palesate durante l’iter di approvazione dell’ultima legge  finanziaria, il tema è ritornato ad essere oggetto di contestazione da parte dei rappresentanti delle associazioni di categoria di questo settore.

Infatti, il meccanismo del payback per le aziende di medical device è stato sospeso fino al prossimo 30 aprile, e l’individuazione delle soluzioni che coniughino la richiesta delle aziende di non essere sottoposte a questo meccanismo, con la sostenibilità dei bilanci regionali si sta dimostrando un percorso pieno di ostacoli da superare.

Da parte loro le aziende di medical device sono determinate ad ottenere la cancellazione del payback, come testimoniato dall’appello condiviso durante il convegno “Dispositivi medici. Ricerca, innovazione e governance per il futuro del Ssn. Il caso del payback”, organizzato da Gutenberg a Roma

"Cancellare il payback e trovare insieme a tutti gli attori del sistema soluzioni per il sostegno del Servizio sanitario nazionale, eliminando norme inique che invece ne ostacolano lo sviluppo perché questo è un modo per sostenere l'Italia, i suoi cittadini e i professionisti che lavorano al suo servizio".

Entrando nello specifico, il presidente di Confindustria dispositivi medici, Massimiliano Boggetti ha dichiarato:

"Il payback non è un problema solo delle imprese, ma le conseguenze dovute all'applicazione di questa norma iniqua si riverseranno sull'intero Ssn. Dal fallimento di molte aziende e dal disinvestimento nel nostro Paese da parte delle aziende che operano su scala globale - ha avvertito - deriveranno migliaia di licenziamenti, un taglio drastico al sostegno della formazione, un ulteriore taglio agli investimenti in ricerca e sviluppo. Questo fatto produrrà un effetto negativo sugli operatori sanitari che non faranno più parte del circolo virtuoso 'ricerca-innovazione-formazione', in cui gli investimenti industriali giocano un ruolo fondamentale.

"Tutto ciò ricadrà sui cittadini e sui pazienti, che non avranno più cure adeguate da parte del Ssn - ha continuato Boggetti - quindi si allargherà la forbice della diseguaglianza, perché chi potrà permetterselo pagherà le cure migliori privatamente, mentre gli altri si dovranno accontentare. Occorre pertanto incrementare il finanziamento del Ssn e ristrutturarlo sulla base delle reali esigenze di salute. Il Pnrr è lo strumento migliore per avviare quelle riforme strutturali che possono consentire l'ottimizzazione delle risorse e una maggiore efficacia delle cure. Il tetto ai dispositivi medici è un tetto alle prestazioni e da questo presupposto occorre individuare una governance dei dispositivi medici che si basi sui dati disponibili dei bisogni di salute per programmare le prestazioni, ovvero gli acquisti".

 

Dino Biselli

Source: PharmaKronos