Tendenza per il 2024: il rapporto fra industria pharma e operatori sanitari ritorna ad essere diretto

Comprendere le esigenze e il comportamento degli operatori sanitari è la priorità numero uno per l’industria farmaceutica, e proprio per questo motivo nel 2024 essa aumenterà la propria interazione con la professione medica allontanando gradualmente il suo focus sull’impegno digitale in tale ambito.

Questa è la conclusione che emerge dall'ultima rilevazione sull'impegno degli operatori sanitari condotto da EPG Health, Business Unit di IQVIA. Monitorando la strategia dell'industria farmaceutica in questo settore EPG Health ha aggiornato un precedente sondaggio condotto nel 2021, nel pieno della pandemia.

Lo studio mette in luce che il 57% degli intervistati del settore farmaceutico ha indicato come massima priorità per il prossimo anno la capacità di comprendere esigenze e comportamenti degli operatori sanitari, seguita dal "miglioramento dell'esperienza del cliente" con il 47%.

Anche la fornitura di buoni contenuti per il “consumo” digitale ha ottenuto una percentuale di indicazioni pari al 45%, ma tale livello suggerisce che l’impegno digitale per le aziende farmaceutiche sta diventando meno pressante rispetto al periodo COVID-19. Una calo del livello di priorità che si spiega anche con il fatto che due terzi degli operatori sanitari afferma di aver notato un miglioramento in quest’area negli ultimi due anni.

“Ci sono segnali di una mentalità di ritorno alla normalità che si sta insinuando, con i canali farmaceutici che dominano i futuri piani di investimento mentre l’enfasi su riunioni virtuali, webinar e social media è destinata a ridursi nel prossimo anno”.

Esiste, tuttavia, una discrepanza nell’opinione espressa dagli operatori sanitari, in quanto tre quarti di essi preferisce consumare questi contenuti tramite siti Web medici indipendenti piuttosto che attraverso i canali dell’industria farmaceutica. Inoltre, si sta registrando un aumento della tendenza dell’utilizzo, da parte degli operatori sanitari, dei social media per quel che riguarda i contenuti in tale ambito. Ciò avviene, però, mentre il settore farmaceutico sta riducendo il proprio impegno su quest’area.

Inoltre, l’indagine afferma che la crescente attenzione ai bisogni e ai comportamenti degli operatori sanitari si collega ad altri cambiamenti in atto nel settore farmaceutico, compreso l’aumento dell’importanza delle funzioni legate all’area del medical affairs.

Per la prima volta, è emerso che le attività di Medical Science liaison (MSL), indicate come critiche o molto importanti dall’84% degli intervistati, hanno superato la forza vendita (77%) come canale più importante del settore farmaceutico per fornire informazioni scientifiche agli operatori sanitari.

Secondo l’indagine, ciò riflette anche il riconoscimento del fatto che gli operatori sanitari desiderano contenuti incentrati sulla malattia. Sebbene fornire informazioni sul brand sia ancora la massima priorità del settore farmaceutico rispetto alla consapevolezza della malattia, il 27% degli intervistati del settore farmaceutico prevede di aumentare il proprio budget per quest'ultima in futuro, contro il 17% del primo.

Viene però rilevato il fatto che solo il 24% delle aziende farmaceutiche sta raccogliendo e analizzando i propri dati sul coinvolgimento degli operatori sanitari, e solo il 20% sta misurando il cambiamento comportamentale o l’impatto nella pratica per la maggior parte dei casi.

"I nostri risultati dimostrano che il settore sta facendo buoni progressi con i suoi sforzi di coinvolgimento digitale, ed è interessante vedere per la prima volta una maggiore enfasi sulle attività mediche piuttosto che sulle attività guidate dal marketing. Tuttavia, il settore farmaceutico riconosce che c’è ancora molta strada da fare, in particolare per quanto riguarda l’uso dei dati e la comprensione del reale impatto della propria attività di coinvolgimento. Senza andare oltre la portata di base e le metriche di interazione che molti ancora utilizzano per determinare l’impatto, non è possibile valutare se viene fornito un valore reale agli operatori sanitari” - Jonathan Macdonald, chief operating officer and architect of EPG’s Impact Outcomes Framework

 

Dino Biselli

Source: PharmaPhorum