Primo posto in Europa, con il 23% del fatturato totale realizzato nel continente, davanti a Germania (20%) e Francia (16%). Una percentuale simile, il 22%, a quella del numero degli occupati sul totale di quelli europei, pari a 15mila addetti. Sono questi i due dati maggiormente significativi condivisi il 9 febbraio durante la presentazione dell’indagine realizzata da Farmindustria-Prometeia dedicata ai risultati ottenuti lo scorso anno dalle imprese del comparto italiano Cdmo, Contract Development and Manufacturing Organization.
Alla presenza del Presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, e di Anna Maria Braca, presidente Gruppo Cdmo di Farmindustria, è stato sottolineato che il CDMO italiano negli anni ha incrementato il suo valore con un ritmo prossimo al 9% medio annuo (+203% nel complesso del periodo 2010-2023). Si tratta di una capacità di generazione di valore nettamente superiore se confrontato a quello del 2,7% medio annuo riferito al medesimo periodo.
"Le produzioni iniettabili rappresentano, da sole, quasi la metà del fatturato totale (quota un poco inferiore a quella del 2010, ma in netta ripresa rispetto al 44% del 2019). Le produzioni non iniettabili hanno beneficiato di un aumento del fatturato (in valore assoluto) nel periodo analizzato, mantenendo una quota stabile negli ultimi anni (al 27%, tuttavia in forte calo rispetto all'oltre il 40% del 2010)".
Infine, in ottica prospettica il CDMO appare avere una propensione all'investimento strutturalmente elevata, stimata essere pari al +13% anche nel 2023. Da sottolineare poi che la ripartizione per tipologia resta sostanzialmente allineata al trend storico: dominano gli investimenti in linee produttive (con quelli in nuovi impianti saldamente al di sopra del 50% del totale). Detto ciò, rispetto alla precedente indagine, si osserva un piccolo aumento di quota (+1%) sia per investimenti in sviluppo sia per sistemi informativi.
La Redazione
Source: PharmaKronos
