Dagli USA: rivedere il “ponte” fra startup e industria sulla digital health

La pandemia di Covid-19 ha accelerato la tendenza, già prima in essere, ad investire maggiori risorse nella digital health. Tuttavia, nonostante grandi investimenti portati avanti dalle multinazionali americane soprattutto in territorio USA, gli accordi fra queste ultime e le startup attive in servizi digitali segnano il passo.

Infatti le realtà più piccole fanno fatica a comprendere le esigenze dei gruppi gruppi meglio strutturati anche se la vera innovazione arriva proprio dalle piccole realtà concentrate su un tema preciso come lo sono i servizi digitali.

Negli Usa è stato da poco lanciato un bando, chiamato PharmaU, voluto dall’acceleratore Pharmastars, dedicato alle startup che offrono servizi digitali. Il bando prevede che vengano scelte 10 startup a seguito della compilazione di un apposito application form e che vengano inserite in un programma di mentoring e training di 10 settimane aventi per focus le innovazioni in ambito clinico. Al termine del percorso, il programma termina con un evento conclusivo pensato per mettere in contatto diretto aziende e startup.

Negli USA a fronte di investimenti pesanti nella digital health (6,7 miliardi nel primo semestre 2021), sono stati registrati pochi accordi (relativamente alla quantità di denaro messa in circolazione). Questo perché i gap tra le due realtà sono ancora molto evidenti sia dal punto di vista culturale che di operatività: ecco quindi spiegata la necessità di iniziative come PharmaU.

 

Dino Biselli

Source: Aboutpharma