Una maggiore collaborazione tra settore pubblico e privato potrebbe contribuire a migliorare l’efficienza complessiva del sistema sanitario italiano, alleviando la crisi attuale: questa è l’opinione condivisa dal 60% degli italiani, come evidenziato dall’ultima ricerca condotta dall’Osservatorio Sanità di UniSalute in collaborazione con l’istituto di ricerca Nomisma.
Di fronte all’allungamento delle liste di attesa e alle difficoltà nell’accesso ai servizi sanitari pubblici, il 61% degli intervistati ritiene che un’integrazione tra sanità privata e SSN possa ridurre la pressione sul sistema pubblico. In un contesto in cui il 27% degli italiani teme che, in futuro, il sistema sanitario pubblico non sarà in grado di soddisfare le proprie esigenze di salute, e il 65% ritiene che potrà farlo solo parzialmente, emerge una crescente preoccupazione per la capacità del SSN di rispondere ai bisogni della popolazione.
Oggi molti cittadini scelgono il settore privato, o soluzioni in convenzione, per diversi esami e visite. Dall’indagine si evidenzia che le prestazioni svolte più frequentemente in ambito privato includono le visite odontoiatriche (92%), gli esami della vista (76%), i test dell’udito (69%) e le visite dermatologiche (62%). Anche le visite ginecologiche sono effettuate prevalentemente in ambito privato o in convenzione (71%). Tuttavia, solo il 32% degli intervistati ritiene necessaria una differenziazione tra le prestazioni fornite dal SSN e quelle della sanità privata, segnalando un forte interesse degli italiani per l’equità e l’uniformità nell’accesso ai servizi.
Il ricorso alla sanità privata è spesso motivato dalla necessità di evitare le lunghe liste di attesa: il 64% degli intervistati individua nei tempi di attesa ridotti la ragione principale, seguita da una maggiore disponibilità di orari (34%) e dalla facilità di prenotazione (27%). Al contrario, la percezione di una qualità superiore del servizio rappresenta una motivazione per una minoranza (13%). Nonostante ciò, mentre due italiani su tre (66%) si dichiarano soddisfatti delle cure ricevute, la maggior parte (78%) segnala un aumento dei costi nel settore privato rispetto al periodo pre-pandemia. Inoltre, il 36% rileva che anche nella sanità privata i tempi di attesa si sono allungati, sottolineando come le criticità non riguardino esclusivamente il settore pubblico, ma coinvolgano l’intero sistema di assistenza sanitaria.
La Redazione
Source: DOTTNET