Manovra, Farmindustria: misure positive ma servono miglioramenti o a rischio cure

Il Ddl Bilancio 2026 introduce misure significative per il rafforzamento del Servizio sanitario nazionale e prevede un aumento delle risorse destinate alla spesa farmaceutica, in un quadro di gestione prudente e responsabile della finanza pubblica, elemento fondamentale per la credibilità del Paese. Si prosegue così il percorso costruttivo avviato negli ultimi anni, rafforzato dalla recente approvazione del Testo Unico sulla farmaceutica e dall’eliminazione del payback dell’1,83% a carico delle aziende sulla spesa convenzionata. Tuttavia, Farmindustria sottolinea che “il risultato complessivo non è ancora pienamente sufficiente affinché l’Italia rimanga attrattiva per investimenti e innovazione e possa conservare la sua leadership in Europa”, individuando come “riforma fondamentale il superamento dell’onere del payback sulla spesa farmaceutica ospedaliera a carico delle aziende”.

L’associazione ricorda che “la nostra industria farmaceutica è riconosciuta a livello internazionale per quantità e qualità di produzione, ricerca, occupazione e competenze. In Italia siamo il settore con il più alto valore aggiunto, crescita dell’export, propensione agli investimenti”. Tuttavia, per “proteggere questi primati e consentire al settore di essere ancora competitivo – avverte Farmindustria – è fondamentale alzare il tetto della spesa diretta dell’1%, come le imprese hanno proposto al Governo nei mesi scorsi”. L’aumento dei fondi per gli acquisti diretti previsto nel provvedimento, aggiunge l’associazione, “è invece molto lontano rispetto al necessario e il payback rimane così su livelli insostenibili per l’industria (2,3 miliardi di euro nel 2026 e quasi 3 miliardi nel 2027), riducendo l’attrattività e scoraggiando il mantenimento degli investimenti in Italia, a vantaggio di Stati Uniti e Cina”. È inoltre “indispensabile ridurre drasticamente il tempo di accesso ai nuovi medicinali con un percorso di early access, come chiediamo da tempo”, poiché “senza questi interventi il rischio ultimo è che nuovi farmaci e nuovi vaccini non arrivino ai cittadini italiani”.

Farmindustria evidenzia infine che “lo scenario internazionale è caratterizzato da una forte spinta alla concorrenza da parte di tutti i Paesi per attrarre gli investimenti. L’Europa, intanto, è immobile e non intraprende alcuna azione utile a rafforzare il suo ruolo”. Per l’associazione, il Governo italiano ha oggi “la possibilità di mettere in sicurezza la competitività della nostra filiera industriale, facendo un salto nel futuro”, ma “non possiamo aspettare la legge di Bilancio del prossimo anno: serve subito una ulteriore riduzione del payback sugli acquisti diretti, oltre a un sistema value-based che consenta di superare strutturalmente questo meccanismo iniquo”. “Da parte nostra – conclude Farmindustria – continueremo a dialogare con il Governo e il Parlamento, nella convinzione che l’industria farmaceutica sia un valore fondamentale per la nazione in una strategia di sicurezza, salute e competitività”.

La Redazione 

Source: SANITÁ33