Farmindustria, Egualia e Federfarma contro l’estensione DPC della Regione Emilia Romagna

Lo scorso 29 agosto la Regione Emilia-Romagna ha adottato una delibera che prevede il trasferimento alla distribuzione per conto di una serie di principi attivi fino ad oggi distribuibili tramite distribuzione diretta o distribuzione territoriale. Con questa delibera viene ratificato quanto previsto dal progetto sperimentale della farmacia dei servizi applicati alla distribuzione per conto dei farmaci per la cronicità nell'Ausl della Romagna.

Più specificatamente, con questo provvedimento ci si pone l’obiettivo di attuare un sistema di erogazione dei farmaci valorizzando al massimo la DPC attraverso il passaggio dalla distribuzione diretta alla DPC e dalla convenzionata alla DPC di assistiti affetti da patologie croniche stabili, mediante la consegna dei farmaci di fascia A aggiudicati da gara regionale e acquistati direttamente dall’ASL, al fine di consentire:

  • il coinvolgimento delle farmacie convenzionate in progetti inerenti alla farmacia dei servizi contribuendo alla presa in carico dei pazienti con patologie croniche;
  • maggiore capillarità dei servizi associati all’erogazione dei medicinali con particolare riferimento alle zone rurali periferiche;
  • la sostenibilità del sistema e contribuire al contenimento della spesa farmaceutica tenuto conto dei maggiori oneri correlati alla remunerazione delle attività inerenti alla farmacia dei servizi.

Tale provvedimento ha sollevato le immediate proteste di Farmindustria e di Egualia, che in una nota congiunta sostengono che questo provvedimento “introduce di fatto una differenza con le regole omogenee di classificazione dei medicinali a livello nazionale. In questo modo limitando la disponibilità di tutte le opzioni terapeutiche per i cittadini e la libertà del medico di prescrivere il farmaco più appropriato per il singolo paziente”.

Anche Federfarma, nelle parole del Presidente Cossolo che ha sottolineato come tale provvedimento “penalizzerebbe le farmacie coinvolte nell’iniziativa e, in particolar modo, quelle rurali che attualmente fruiscono di alcune agevolazioni in ragione del ruolo sociale svolto nelle aree disagiate”.

“Il passaggio dalla “convenzionata” alla DPC presenta alcune criticità anche riguardo all’effettiva disponibilità dei farmaci oggetto del mutamento di distribuzione e per il potenziale impatto negativo a carico dei cittadini, che sarebbero costretti a tornare più volte in farmacia per garantire l’aderenza terapeutica”.

 

Dino Biselli

Source: Quotidianosanità.it