Nei giorni scorsi, durante un incontro al Parlamento europeo promosso dagli eurodeputati Tomislav Sokol (PPE) e Vlad Vasile-Voiculescu (Renew Europe), rappresentanti del settore sanitario hanno illustrato la loro visione per un Critical Medicines Act ambizioso, capace di assicurare all’Europa un’autonomia strategica aperta e una fornitura stabile di farmaci e principi attivi (API). Negli ultimi dieci anni, infatti, l’Unione europea ha dovuto affrontare un aumento costante delle carenze di medicinali e API, un fenomeno ormai strutturale che mette a rischio la salute pubblica e la resilienza dei sistemi sanitari. Le conseguenze di crisi come la pandemia di Covid-19, le tensioni geopolitiche, l’inflazione e la forte dipendenza da un numero limitato di fornitori hanno reso ancora più urgente il dibattito sulla sicurezza dell’approvvigionamento farmaceutico.
Secondo i partecipanti all’evento, la proposta normativa dovrà integrare criteri obbligatori negli appalti pubblici che non si basino esclusivamente sul prezzo, ma che tengano conto anche della sicurezza delle forniture e del rispetto di standard sociali e ambientali, attraverso procedure con tempi di consegna realistici, quantità minime garantite e possibilità di aggiudicazione a più imprese. Sarà inoltre necessario adottare un approccio olistico nei piani nazionali, combinando politiche di prezzo e rimborso con misure di contenimento dei costi e obblighi di scorte per i medicinali critici. Altro elemento ritenuto centrale riguarda il rafforzamento della cooperazione tra UE, Stati membri e industria, così da favorire investimenti nella produzione di farmaci e API, aumentare la capacità produttiva e ammodernare gli impianti esistenti. Infine, è stata sottolineata l’importanza di garantire una vera solidarietà europea nella creazione di riserve strategiche e nei mandati nazionali di stoccaggio, assicurando che nei momenti di carenza l’accesso dei pazienti prevalga su logiche di accumulo preventivo da parte dei singoli attori.
La Redazione
Source: SANITÀ33