Carenze farmaci ospedalieri, Rocchi: “Accordo quadro per un cambio di passo nel procurement pubblico”

I costi di produzione in aumento, un numero crescente di gare per le forniture ospedaliere che vanno deserte a causa del massimo ribasso – che comprime i prezzi e annulla i margini per le aziende – e la crescente indisponibilità di medicinali largamente usati nei reparti, rappresentano i fattori principali alla base del fenomeno delle carenze. A illustrarli è stato il vicepresidente di Egualia, Massimiliano Rocchi, durante un workshop del 10° Forum Leopolda Salute, sottolineando la necessità di intervenire sulle dinamiche degli acquisti pubblici.

Per affrontare questa criticità, secondo i produttori di farmaci equivalenti, occorre introdurre per i medicinali di sintesi chimica fuori brevetto la regola dell’accordo quadro con più fornitori e quote preassegnate, così da promuovere una concorrenza equilibrata e ridurre il rischio di carenze. “I dati del 10° Rapporto dell’Osservatorio Egualia – Nomisma sull’industria dei farmaci equivalenti 2025, presentato pochi giorni fa – ha spiegato Rocchi – testimoniano che le gare ospedaliere stanno evolvendo a scapito delle gare aperte, privilegiando la procedura di affidamento diretto – più “agile” e “flessibile”, ma con minor garanzia di trasparenza e concorrenza. Viceversa per garantire la continuità delle forniture ospedaliere è necessario rivedere modelli di gara, criteri di aggiudicazione e condizioni di partecipazione, valorizzando anche aspetti industriali, di qualità, di resilienza della catena produttiva”.

La  proposta da tempo avanzata da Egualia – ha proseguito Rocchi – in armonia con le proposte della Commissione Europea contenute nel Critical medicines act prevede che quando sul mercato vi siano più  di tre medicinali contenenti lo stesso principio attivo, dosaggio e via di somministrazione  le centrali regionali d’acquisto regionali siano tenute ad operare tramite accordi quadro prevedendo la suddivisione del fabbisogno afferente al lotto unico tra i primi tre farmaci in graduatoria classificati secondo il criterio del minor prezzo o dell’offerta economicamente più vantaggiosa con quote predeterminate al 55%, 30% e 15%”. Secondo Rocchi, “Sarebbe una soluzione davvero innovativa, in piena armonia con il codice appalti perché garantirebbe sia la continuità delle forniture contro il rischio di carenze derivanti dalle gare con un solo vincitore, sia la libertà prescrittiva del medico, perché mette a disposizione più opzioni terapeutiche per il trattamento dei pazienti, il tutto in una cornice unica nazionale per tutte le centrali di acquisto. Ma soprattutto sarebbe una misura “virtuosa”, che può legittimamente essere inserita nella Legge di Bilancio perché è una misura di sistema che può essere adottata senza impatto sulla spesa pubblica”, ha concluso.

La Redazione 

Source: ABOUTPHARMA