Le malattie del sistema nervoso centrale, come la sclerosi multipla, e le lesioni traumatiche del midollo spinale, che interrompono la comunicazione con il cervello, possono causare difficoltà motorie, paralisi e spasticità muscolare. Quest’ultima, caratterizzata da contrazioni muscolari involontarie e rigidità, colpisce circa il 70% dei pazienti con lesioni spinali, riducendo significativamente la loro mobilità. Studi recenti dimostrano che la stimolazione elettrica del midollo spinale lesionato è una strategia promettente per ripristinare la capacità di camminare. Sebbene attualmente si utilizzino protocolli a bassa frequenza per ridurre la spasticità, questi risultano poco efficaci nei pazienti con spasmi muscolari severi.
Nel 2023, due pazienti con lesioni traumatiche del midollo spinale sono stati sottoposti a un innovativo intervento di impianto di un elettrostimolatore midollare. Dopo un percorso riabilitativo condotto dall’unità del dottor Sandro Iannaccone, entrambi hanno ottenuto miglioramenti significativi, con uno dei pazienti che ha percorso 175 metri senza stimolazione attiva.
Il programma di riabilitazione combinava stimolazioni a bassa e alta frequenza con esercizi motori. La stimolazione ad alta frequenza si è rivelata efficace nel ridurre l’iperreattività patologica dei circuiti spinali, senza causare disagio. “Il midollo spinale è naturalmente iperreattivo per favorire i riflessi rapidi, un’iperreattività che il cervello bilancia in condizioni normali”, spiega Simone Romeni, primo autore dello studio e ricercatore presso l’Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna (EPFL) e l’IRCCS Ospedale San Raffaele. Tuttavia, nelle lesioni spinali, “si perdono i messaggi inibitori del cervello, causando spasmi”. La stimolazione a frequenze elevate, dell’ordine dei kiloHertz, sembra interferire con questa iperreattività patologica, inibendo la trasmissione ai muscoli e riducendo così gli spasmi.
“Questo protocollo di stimolazione spinale rappresenta un esempio significativo delle potenzialità della neuroingegneria applicata alla neuroriabilitazione”, afferma Silvestro Micera, professore presso l’EPFL e la Scuola Superiore Sant’Anna, e coordinatore dello studio. “I risultati pongono le basi per nuove soluzioni tecnologiche volte a migliorare la qualità della vita dei pazienti con disabilità motorie”.
Finora, otto pazienti sono stati trattati con questa procedura chirurgica, descritta come “sicura ed efficace”. Pietro Mortini, ordinario di Neurochirurgia all’Università Vita-Salute San Raffaele e primario di Neurochirurgia all’IRCCS San Raffaele, sottolinea come la combinazione di tecnologie avanzate e approcci personalizzati apra nuove prospettive per il recupero motorio, riducendo al contempo gli effetti collaterali delle terapie tradizionali.
Il professor Mortini conclude: “I prossimi passi includeranno studi su un numero maggiore di pazienti per confermare questi risultati. Stiamo pianificando di estendere le indicazioni a diverse condizioni cliniche nei prossimi mesi. Siamo all’inizio di una nuova era per la neuroriabilitazione motoria e desideriamo ringraziare i pazienti per la fiducia riposta in noi”.
La Redazione
Source: ADNKRONOS