Un cuore artificiale permanente potrebbe essere una soluzione alternativa al trapianto per i pazienti con insufficienza cardiaca grave, spesso in attesa di un trapianto a causa della scarsità di organi. Carmat, un’azienda francese di tecnologie mediche, ha annunciato che entro il 2025 inizieranno gli impianti sperimentali di cuori artificiali a durata “no limits”. Questo obiettivo è sempre più vicino grazie ai progressi tecnologici. I cuori vengono realizzati nei laboratori “Chambre blanche” a Bois D’Arcy, vicino Parigi, in ambienti sterili con il lavoro di circa 20 tecnici e 60 ingegneri. La capacità produttiva è di 500 cuori all’anno dal 2024, con un costo di circa 200mila euro per ogni dispositivo, che richiede circa due mesi per essere costruito.
Il cuore artificiale totale è stato utilizzato dal 2013 come “ponte verso il trapianto” per i pazienti con insufficienza cardiaca biventricolare terminale. In questa fase, il dispositivo stabilizza il paziente e migliora la qualità della vita, consentendo loro di aspettare il trapianto a casa anziché in ospedale, con vantaggi clinici e risparmi per il sistema sanitario. Il cuore artificiale è collegato a un sistema esterno portatile che permette di monitorarlo e alimentarlo tramite batterie. Dal 2013, 84 impianti sono stati eseguiti in Europa e 3 negli Stati Uniti. In Italia, sono stati effettuati 4 impianti, due all’ospedale Monaldi di Napoli, uno al Niguarda di Milano e uno al San Camillo di Roma. Finora, 30 pazienti, compresi quelli italiani, hanno ricevuto un trapianto dopo l’uso del cuore artificiale.
Il trapianto di cuore rimane l’obiettivo finale, ma la scarsità di organi è un problema crescente, visto che l’insufficienza cardiaca è in aumento a livello mondiale. Si stima che 64 milioni di persone soffrano di questa patologia, con una mortalità a 5 anni che va dal 50 al 75%. Ogni anno vengono effettuati solo 6mila trapianti a livello globale, coprendo appena il 10% del fabbisogno. In Italia, nel 2023, sono stati effettuati 370 trapianti, a fronte di 668 pazienti in lista, con un tempo medio di attesa di 3,7 anni. In questo contesto, il cuore artificiale permanente si propone come una soluzione alternativa al trapianto, un passo avanti che potrebbe diventare realtà grazie all’uso della tecnologia militare applicata ai missili.
“Entro l’estate,” afferma Stephane Piat, CEO di Carmat, “disporremo di una nuova scheda elettronica avanzata, progettata per non deteriorarsi, prodotta da un’azienda italiana di satelliti.” Questa innovazione, miniaturizzata per adattarsi al cuore artificiale, renderà il dispositivo più durevole e destinato a diventare un impianto permanente. Claudio Francesco Russo, direttore della Cardiochirurgia al Niguarda, ha sottolineato che, sebbene il cuore artificiale totale sia già un’alternativa sicura e valida, esiste ancora una barriera culturale nell’accettazione di questi dispositivi sia tra i medici che tra i pazienti. Tuttavia, questa barriera potrà essere superata con una maggiore consapevolezza e conoscenza dell’efficacia e dei risultati ottenuti dal cuore artificiale impiantabile.
La redazione
Source: DOTTNET