La straordinaria occasione di crescita del biotech italiano: il report di EY

Il biotech applicato alla salute è un comparto in costante sviluppo a livello globale che ha saputo dare, con vaccini, diagnostica e biofarmaci, concrete soluzioni in tempo di pandemia e che oggi sembra essere la strada più rapida ed efficace per rispondere alle nuove urgenti sfide di salute. E’ questo uno dei presupposti fondanti dello studio, realizzato da ET, dedicato al settore life science italiano, e presentato ieri in occasione dell’evento “Biotech, il futuro migliore. La salute oltre gli slogan” che si è tenuto lo scorso 30 dicembre a Roma e al quale hanno preso parte Istituzioni, addetti ai lavori e industria biotech.

Si stima che entro il 2028 il settore biotech triplicherà il suo valore della produzione, passando da 223 miliardi di euro nel 2020 a 731 miliardi: già nel 2021 produce il 35% dei prodotti farmaceutici venduti e sviluppa il 40% dei nuovi farmaci.

"Quello del biofarmaceutico, come confermano i nuovi dati EY è un mercato estremamente interessante con prospettive di sviluppo nel prossimo futuro concrete. Purtroppo, però, in Italia, nonostante la riconosciuta eccellenza nella ricerca di base e nel capitale umano, ci sono tanti blocchi che sono una reale minaccia allo sviluppo del settore" - Fabrizio Greco, presidente di Assobiotec-Federchimica.

Uno di questi blocchi, ad esempio, riguarda gli investimenti in R&S nelle Life Science, che in Italia nel 2020 valevano 1.660 milioni di euro rispetto ai 4.451 della Francia e ai 7.813 della Germania. Quelli in VC Biotech Life Science, seppure in crescita di circa il 50% rispetto al 2019, si attestano a 62 milioni rispetto agli 884 in Francia (cresciuti qui dell'88% rispetto al 2019).

Inoltre, nella ricerca clinica l’Italia sconta il ritardo nell'implementazione del Regolamento europeo sui clinical trial che prevede, tra le altre cose, un numero massimo di 40 comitati etici entro la fine del 2022 e noi, a fine novembre, ne abbiamo ancora 90. Ulteriori criticità sono da ricercarsi anche nelle tempistiche: ai 429 giorni di time to availability 2017-2020 nazionali (in Germania sono 133 giorni) si devono aggiungere 300 giorni, in media, per l'accesso regionale.

 

 

Dino Biselli Source: PharmaKronos