Prima indagine del Centro Studi Integratori & Salute: mercato italiano integratori primo in Europa

Lo scorso 14 settembre si è tenuto un evento durante il quale è stata presentata l’indagine di settore “Aggiornamenti sull’impatto della pandemia da Covid-19 sul mercato” realizzata a cura del Centro Studi Integratori & Salute, associazione nazionale che rappresenta il comparto degli integratori alimentari e che è parte di Unione Italiana Food, associazione aderente al sistema Confindustria.

Redatto con la collaborazione della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo e dell’Area Studi Mediobanca, il rapporto mostra che il mercato italiano degli integratori alimentari si dimostra essere, pur in uno scenario globale critico, dinamico e vivace, in grado di affrontare le numerose sfide dovute alla costante evoluzione del contesto geopolitico e sanitario. 

Infatti, il mercato italiano degli integratori alimentari ha raggiunto ormai i 4 miliardi di euro e, peraltro, rappresenta un’eccellenza in termini di occupazione femminile ad alta professionalizzazione, know-how produttivo e ricerca & sviluppo. Tutto ciò fa dell’Italia il più grande mercato degli integratori alimentari in Europa, vale a dire oltre un quarto del suo totale, con attese di sfiorare i 5 miliardi di vendite nel 2025.

Dall’indagine è emerso anche che nonostante il 70% del campione dichiari che la pandemia abbia ancora un impatto sulla propria azienda, il 52% ha riportato una dinamica positiva del fatturato. 

Nello specifico, l’emergenza sanitaria ha accelerato i processi di digitalizzazione e innovazione delle aziende operanti nel settore degli integratori alimentari, con il 61% di esse che ha dichiarato di aver investito a livello industriale. Tra gli ambiti di azione, al primo posto le aziende mettono l’integrazione e lo sviluppo digitale dei processi aziendali (43%), seguito dagli strumenti digitali per la gestione dell’informazioni medico-scientifica (28%), internet delle cose e delle macchine (20%), strumenti digitali per la gestione della relazione con il farmacista (8%). 

Si tratta di risultati che confermano l’atteggiamento positivo delle aziende davanti alle sfide del futuro arrivano anche dalle assunzioni. Il 71% delle aziende dichiara, infatti, di aver ampliato il proprio organico nel 2021. Nonostante la pandemia abbia comportato ritardi (38%), riadattamenti (23%) e in alcuni casi interruzioni (6%) di lanci di prodotto, il 33% delle aziende non ha subito battute d’arresto, continuando a lavorare su nuove soluzioni. 

Infine, riguardo le prospettive per il prossimo futuro, il nuovo contesto geopolitico caratterizzato dal conflitto Russia-Ucraina, che si è aggiunto all’emergenza sanitaria, ha determinato nel corso dell’anno dei cambiamenti ormai strutturali. Infatti, le aziende dovranno far fronte a un aumento dei costi sia a livello energetico di produzione, trasporti, materie prime e packaging che di analisi sulla qualità delle materie prime per garantire sicurezza e conformità alle normative. Allo stesso tempo, la crisi impatta anche le tempistiche di produzione e l’approvvigionamento delle materie prime.

 

Dino Biselli

Source: Unione Italiana Food