Iptacopan di Novartis: riceve parere positivo dal CHMP per il trattamento degli adulti con glomerulopatia da C3

In occasione della Giornata Mondiale delle Malattie Rare, Novartis annuncia che il Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha espresso parere positivo e ha raccomandato di concedere un’autorizzazione all’immissione in commercio per iptacopan, un inibitore orale primo della sua classe del Fattore B della via alternativa del complemento, per il trattamento degli adulti con glomerulopatia da C3 (C3G). Se approvato, sarà l’unico medicinale indicato per mirare selettivamente la causa sottostante della C3G, una malattia renale ultra-rara e progressiva senza trattamenti attualmente approvati.

I dati di Fase III hanno dimostrato una riduzione clinicamente significativa della proteinuria del 35,1%; è stata inoltre osservata una stabilizzazione del tasso di filtrazione glomerulare (eGFR), una misura chiave della funzionalità renale. La C3G viene tipicamente diagnosticata nei giovani adulti e circa la metà dei pazienti progredisce verso l’insufficienza renale entro 10 anni dalla diagnosi. Le revisioni regolatorie per la C3G sono in corso negli Stati Uniti, in Cina e in Giappone, mentre Novartis continua a sviluppare diversi potenziali trattamenti per le malattie renali con elevato bisogno non soddisfatto.

Attualmente, non esistono trattamenti approvati per i pazienti affetti da C3G, una malattia renale ultra-rara e progressiva che spesso colpisce i giovani. La prognosi per le persone affette da C3G è scarsa, con circa la metà dei pazienti che progredisce verso l’insufficienza renale entro 10 anni dalla diagnosi, momento in cui necessitano di dialisi a vita e/o trapianto di rene.

“La C3G è una condizione debilitante, che spesso colpisce i giovani e influisce gravemente sulla loro salute fisica e mentale,” ha dichiarato Marianne Silkjær Nielsen, Fondatrice di CompCure, un'associazione non profit danese impegnata a migliorare i risultati per gli individui affetti da C3G e glomerulonefrite membranoproliferativa a immunocomplessi (IC-MPGN). “Lo screening per garantire una diagnosi tempestiva e l'accesso a trattamenti mirati sono fondamentali per i pazienti, le loro famiglie e la società. Questo traguardo è molto apprezzato dalla comunità dei pazienti, segnando un progresso verso una migliore assistenza per le persone affette da C3G.”

Il parere del CHMP si basa su dati robusti provenienti da APPEAR-C3G, il primo studio di Fase III randomizzato, controllato con placebo, nella C3G. Lo studio ha dimostrato che i pazienti trattati con questo inibitore, in aggiunta alla terapia di supporto, hanno ottenuto una riduzione della proteinuria del 35,1% (p=0,0014), statisticamente e clinicamente significativa, misurata dal rapporto proteine/creatinina nelle urine delle 24 ore (UPCR) a 6 mesi rispetto al placebo.

In molte malattie renali, la riduzione della proteinuria è un marcatore surrogato sempre più riconosciuto che correla il ritardo della progressione con l’insufficienza renale. In uno studio di estensione a lungo termine, la riduzione iniziale dell’UPCR è stata mantenuta e la stabilizzazione dell’eGFR è stata osservata per oltre 3 anni dopo l’inizio del trattamento.

“Non esistono oggi terapie approvate per la C3G. I pazienti affrontano le sfide che la malattia impone tutti i giorni con le opzioni attualmente disponibili” ha dichiarato il Professor David Kavanagh, Professore di Terapie del Complemento e Consulente Onorario di Nefrologia presso il National Renal Complement Therapeutics Centre dell'Università di Newcastle e membro del Comitato Direttivo di APPEAR-C3G. “Con un solido bagaglio di evidenze, questa nuova molecola mira alla causa sottostante della C3G sia nei pazienti di nuova diagnosi sia in quelli con recidiva, e può portare speranza ai pazienti che attualmente hanno una prognosi sfavorevole.”

Nel programma di ricerca sulla C3G, che include oltre 100 pazienti con questa malattia, questo inibitore è risultato ben tollerato. Il profilo di sicurezza nei pazienti con C3G è stato coerente con quello evidenziato nel trattamento dell’Emoglobinuria Parossistica Notturna (PNH), senza nuovi segnali di sicurezza riportati in questa popolazione.

"Non esistono oggi terapie approvate per la C3G. I pazienti affrontano le sfide che la malattia impone tutti i giorni con le opzioni attualmente disponibili” ha dichiarato il Professor David Kavanagh, Professore di Terapie del Complemento e Consulente Onorario di Nefrologia presso il National Renal Complement Therapeutics Centre dell'Università di Newcastle e membro del Comitato Direttivo di APPEAR-C3G. “Con un solido bagaglio di evidenze, questa nuova molecola mira alla causa sottostante della C3G sia nei pazienti di nuova diagnosi sia in quelli con recidiva, e può portare speranza ai pazienti che attualmente hanno una prognosi sfavorevole.”

A seguito della raccomandazione del CHMP di approvare la molecola per il trattamento degli adulti con C3G, la Commissione Europea (CE) prenderà una decisione finale entro due mesi.

Lo studio APPEAR-C3G (NCT04817618) è uno studio di Fase III multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, a gruppi paralleli, controllato con placebo, per valutare l’efficacia e la sicurezza di iptacopan orale (200 mg) due volte al giorno nei pazienti con C3G. Lo studio prevede un periodo in doppio cieco di 6 mesi in cui i pazienti adulti sono stati randomizzati 1:1 per ricevere l’inibitore o placebo in aggiunta alle terapie di supporto, seguito da un periodo in aperto di 6 mesi in cui tutti i pazienti ricevono l’inibitore, inclusi quelli che erano precedentemente in placebo.

L’endpoint primario per il periodo in doppio cieco era la riduzione della proteinuria rispetto al basale a 6 mesi rispetto al placebo, misurata dal rapporto proteina/creatinina nelle urine delle 24 ore (UPCR). Gli ultimi dati di APPEAR-C3G mostrano che l’inibitore orale ha mantenuto la riduzione della proteinuria a 12 mesi. Oltre ai risultati dei pazienti adulti con C3G, è in corso l’arruolamento in una coorte separata di pazienti adolescenti con C3G.

Iptacopan è un inibitore orale del Fattore B della via alternativa del complemento. Scoperto da Novartis, questo inibitore ha ricevuto l'approvazione della FDA e della CE rispettivamente nel dicembre 2023 e nel maggio 2024 per il trattamento degli adulti con emoglobinuria parossistica notturna (PNH) e l'approvazione accelerata negli Stati Uniti nell'agosto 2024 per la riduzione della proteinuria negli adulti con nefropatia da IgA primaria (IgAN) a rischio di rapida progressione della malattia (generalmente UPCR ≥1,5 g/g) . La molecola è in fase di studio in una vasta gamma di malattie renali rare, tra cui la sindrome emolitico-uremica atipica (aHUS), la glomerulonefrite membranoproliferativa a complessi immuni (IC-MPGN) e la nefrite lupica (LN). Sono in corso studi per valutare i profili di sicurezza ed efficacia in queste indicazioni sperimentali e supportare potenziali sottomissioni normative.

Novartis, con una tradizione di 40 anni iniziata con i trapianti, è in missione per promuovere scoperte e trasformare la salute renale, concentrandosi su condizioni che hanno ancora un bisogno insoddisfatto significativo. L’azienda sta sviluppando anche due nuove terapie per l’IgAN con meccanismi d’azione altamente differenziati: atrasentan, un farmaco orale che blocca il recettore dell’endotelina A, e zigakibart, un anticorpo monoclonale somministrato per via sottocutanea anti-APRIL attualmente in Fase III di sviluppo.

La Redazione 

 

Source: NOVARTIS