"IA in medicina: stato dell’arte e prospettive" è il titolo della ricerca che Elma Research ha realizzato in occasione dell’VIII edizione del Congresso di Fondazione Onda ETS, che si è tenuto dal 24 al 26 settembre in modalità virtuale. Un’indagine che ha coinvolto 433 medici e che ha avuto come obiettivi quelli di analizzare lo scenario attuale e le prospettive future inerenti l’applicazione dell’IA in campo sanitario dal punto di vista dei clinici, e di approfondire il livello di conoscenza, livello e ambiti di utilizzo, sentiment e percezione, barriere all’utilizzo e need di questa tecnologia innovativa.
Dalla ricerca di Elma Research emerge che la conoscenza dell’IA da parte dei medici sta gradualmente prendendo piede, anche se oggi rimane ancora ad un livello piuttosto superficiale. In pratica quasi tutti i medici associano l’intelligenza artificiale a ChatGPT.
Infatti, dall’indagine risulta che solo 1 medico su 10 si sente ben informato sul tema. Inoltre, l’intelligenza artificiale viene collegata soprattutto al supporto alla diagnosi, nonostante le molte altre possibilità di utilizzo, come dichiarato dal 48% del campione intervistato. Uno scarso livello di conoscenza confermato anche su sollecito, poiché ben l’88% cita il supporto alla diagnosi seguito poi dai software per rielaborare testi. Invece, solo il 52% riconosce come ambito di applicazione dell’IA il supporto alla comunicazione col paziente.
Con riferimento all’ambito lavorativo degli intervistati, l’indagine evidenzia lo scarso utilizzo dell’AI nelle strutture ospedaliere. Sono soprattutto le strutture private a farne ricorso, in particolare per scopi diagnostici (32%). A livello di esperienza personale, l’utilizzo è limitato agli strumenti normalmente impiegati nella vita privata come la traduzione di testi (28%) e la ricerca/consultazione della letteratura scientifica (23%).
I medici intervistati dimostrano un buon interesse verso l’IA, nonostante il suo utilizzo sia ancora di nicchia. Ciò determina un forte senso di incertezza per il 52 % degli intervistati. L’indagine rileva come per i medici siano necessarie molte rassicurazioni poiché c’è ancora una scarsa fiducia nell’IA. In particolare, per il 48% dei medici i timori riguardano la trasparenza, per il 41% la sicurezza e per il 40% l’utilizzo etico dei dati.
Dal punto di vista della sua applicazione però, nonostante i dubbi, i medici credono che l’IA possa avere degli effetti positivi sul miglioramento della vita dei pazienti (69%) e anche in termini di precisione degli strumenti (59%). Il 68% dichiara inoltre che sarebbe interessato a frequentare un corso di formazione sull’utilizzo dell’IA in ambito sanitario.
Infine, il 95% dei medici intervistati dichiara che per prendere in considerazione l’applicazione dell’IA in ambito sanitario sia fondamentale disporre di uno strumento di qualità. Il 92% è dell’opinione che tale strumento debba essere certificato. Inoltre sono richieste maggiori rassicurazioni in termini di privacy e sicurezza dei dati.
Fondamentale anche la formazione e l’aumento delle competenze in merito da parte degli operatori sanitari, che risultano ancora molto scarse, come segnalato dal 50% del campione. Sempre il 50% ritiene necessario l’investimento di maggiori risorse (tecnologiche e di budget) nelle strutture sanitarie, che al momento risultano ancora una barriera per l’applicazione dell’IA.
La Redazione
Source: Dottnet