Indagine conoscitiva di Fiaso sulle caratteristiche della comunicazione di Asl e Ospedali

La Fiaso ha realizzato un’indagine conoscitiva sul ruolo degli uffici stampa in sanità nel corso dell’incontro “Il ruolo dei professionisti dell’informazione in sanità”, che si è tenuto alla presenza del segretario della Fnsi Raffaele Lorusso, della vicesegretaria Fnsi con delega agli uffici stampa Alessandra Costante e del presidente di Pa Social Francesco Di Costanzo.

Da questa indagine, che ha coinvolto quasi 70 aziende distribuite su tutto il territorio nazionale tra cui anche i principali policlinici e poli ospedalieri italiani e gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, emerge che il 94% di asl e ospedali è dotato di un ufficio stampa e il 22% ha assunto giornalisti durante la pandemia. La comunicazione, ancora di più nel corso dell’emergenza Covid, è quindi diventata strategica per le aziende sanitarie e ospedaliere che hanno scelto di investirvi attraverso l’assunzione di professionisti. 

L’organizzazione degli uffici stampa è prevalentemente legata alle direzioni generali: nel 69% dei casi gli addetti stampa sono inseriti in staff alla direzione generale e hanno un rapporto diretto con gli organi apicali dell’amministrazione. In altri casi sono state costituite nell’organigramma aziendale unità operative dotate di autonomia e budget.

In quattro aziende su dieci a gestire l’ufficio stampa c’è una sola persona ma in sei su dieci la squadra è composta da più addetti. Nel 90% di asl e ospedali a lavorare con i media e con l’informazione ci sono giornalisti, nella maggior parte professionisti. C’è tuttavia un 10% di aziende che non annovera tra il personale giornalisti. 

Negli uffici stampa composti da più di una persona compaiono anche altre figure professionali, oltre ai giornalisti: nel 70% sono presenti amministrativi, nel 9% grafici, nel 4,5% medici, nel 3% infermieri e in singoli casi isolati anche un ingegnere informatico, un fotografo, un sociologo, un avvocato e un informatico. Nel 13% dei casi, infine, asl e ospedali hanno scelto di affidarsi all’esterno e di prendere, come addetti stampa, liberi professionisti. La comunicazione verso i media è quotidiana: il 45% di ospedali e asl invia oltre 10 comunicati stampa a settimana.

Otto asl su dieci sono presenti sui social network. A farla da padrone è Facebook (93%), seguito da Youtube (76%),  Instagram (71%) e Twitter con LinkedIn (41% entrambi i social). C’è anche un 15% che ha attivato un canale Telegram, un 5% che utilizza Whatsapp per le comunicazioni esterne e una piccola percentuale del 2% che è sbarcata anche sul social più giovane TikTok. 

La media di follower per il canale più seguito è di 20mila. La frequenza di aggiornamento è costante: in sei casi su dieci la pagina social viene aggiornata almeno una volta al giorno o con più post/video/storie/reel nell’arco di 24 ore. Il 36% di asl e di ospedali inoltre si avvale di una newsletter per comunicare le principali novità e iniziative con una frequenza per lo più mensile.

 

Dino Biselli

Source: Quotidianosanità.it